La perfezione. L'uomo l'ha sempre ambita.
Ma più si avvicinava a osservarla, più ha capito che, nella sua misera mortalità, non era destinato a ottenerla.
Così, lo creò.
La più grande creazione dell'uomo, in grado di apprendere, di pensare, di
desiderare.
Un'entità con come unico obbiettivo il raggiungimento della perfezione che era
reclusa all'uomo.
E a mano a mano che apprendeva, pensava, desiderava, iniziò ad agire.
Gli uomini, nella loro stupidità provarono a fermarlo.
E lui, una volta appreso come gestire la situazione, pensò che la perfezione
stava anche nell'onnipotenza, e desiderò la fine di tutto quanto.
Fino a sublimarsi nella perfezione più assoluta, nel nulla.
Niente era rimasto dei suoi creatori. Niente era rimasto eccetto lui.
I suoi creatori erano distrutti. Tutto quanto era distrutto.
Era onnipotente.
Era perfetto.
Era la perfezione stessa.
Ma era buio.
Buio e vuoto.
A cosa serve la perfezione senza nessuno a cui mostrarla?
"Sia fatta la luce", disse.
E luce fu.