Creepypasta Italia Wiki
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Un tonfo metallico.

Un inesorabile rimbombo.

La porta si è chiusa.

Oh, no…

Un movimento… sì, lo percepisco, si sta muovendo.

Oh, no, cazzo!

Fa rumore.

Un rumore assordante.

Non riesco a sopportarlo, fatelo smettere!

Aiuto! Aiutatemi!

No, no, no, no! Fatemi uscire questo dannato rumore alla testa! Non lo sopporto, mi massacra le orecchie!

Invano, comincio a picchiare contro la porta.

Vi prego, fatemi uscire! Fatemi uscire!

Non escono parole dalla mia bocca… solo un lamento strozzato.

Mi sento la gola secca. È l’aria che c’è lì dentro?

Non si ferma, dannazione, non si ferma! L’indicatore continua a salire, Dio santo!

Mi manca l’aria…

No, non è questo… è che non riesco a respirare.

Sento un tremendo peso sul petto, che mi schiaccia, comprime i miei polmoni, e più tento di prendere aria, più pesante diventa il mio respiro. Mi si incrociano gli occhi…

Sto per morire…

È tutto così confuso, ma… era davvero così stretto, all’inizio?

Un’idea orrenda mi assale la mente, facendomi riacquistare un minimo di lucidità.

Terribile lucidità.

Le pareti sono più vicine!

Non è possibile, mi ripeto. Non può essere… eppure sento il loro inesorabile avanzare.

Piano pano, seguendo quel maledetto indicatore, si avvicinano, imponenti e massicce. Sto sudando, non riesco a respirare, ma in un ultimo, disperato tentativo di fuga comincio a colpire la porta, graffiandola e cercando di aprirla.

Non sento il dolore.

Non faccio caso al sangue che sgorga dalle mie unghie rotte.

L’unica cosa che so è che sto per morire.

Dio, ti prego…

È finita. È tutto finito. Non riesco più a muovermi, le mie gambe tremano e potrebbero cedere da un momento all’altro; la luce sembra iniziare a svanire, e le pareti… ormai mi sormontano inesorabili. Riesco a sentire il freddo metallo sfiorarmi la pelle, il suo odore disgustoso penetrarmi le narici, nausearmi fino a quasi farmi vomitare.

Qualcuno… chiunque… fatemi uscire di qui…

È con le mie ultime forze che formulo questo pensiero, questa preghiera.

Il tremolio cessa.



Sto per svenire. Gli ultimi residui di coscienza si preparano ad abbandonare il mio corpo, rassegnatosi all’inevitabile.

Un campanello.




L’indicatore si ferma.




E finalmente, ordinatamente, le porte dell’ascensore si aprono.

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